Gio. Nov 14th, 2024

All’interno del progetto close up dedicato ai giovani artisti, Artan (Shalsi) ha progettato un’opera che viene ad occupare il fondale dello spazio lounge della galleria per cui è appositamente realizzata e di cui reinterpreta la struttura, la natura, la relazione con la luce e con lo spettatore.

«Un orizzonte rappresenta – secondo il curatore – l’esempio più completo delle direzioni interne alla ricerca dell’artista e della potenza – in termini di impatto ambientale e percettivo – che connota il suo lavoro. Questo progetto coniuga tutti gli elementi cruciali nella ricerca di Artan. La possibilità di uno sguardo che si estende fino ai limiti della visione, lo spazio completamente riscritto dall’opera, la presenza di un equilibrio a tratti – come in questo caso – stabile, in altri totalmente fragile e precario che si unisce a una particolare modalità di visione e a una analisi specifica dei materiali».

L’opera, una vera e propria installazione ambientale, è per l’artista l’espressione di una volontà chiara: «questo lavoro – dice Artan – non rappresenta l’orizzonte in sé… è un orizzonte, uno solo di infiniti orizzonti possibili. Non voglio simboleggiare l’orizzonte, ma racchiudere un orizzonte in una stanza».

Realizzata in un particolare materiale plastico, quest’opera presenta un trattamento della superficie sporcato da graffi e aperto al depositarsi di segni e tracce, che rappresentano un’indicazione importante anche per l’apertura dell’opera nei confronti del tempo. In questa prospettiva infatti, le due grandi curve che si incontrano sulla parete della sala, offrono la possibilità di un punto di vista inaspettatamente ravvicinato: lo spettatore, al cospetto di quest’opera, sarà infatti di fronte a un orizzonte letteralmente tangibile, la cui imponenza, il cui valore monumentale e la cui immagine rimandano al senso di una dimensione spazio-temporale misteriosa, evocativa, sorprendente e inafferrabile.

 

Biografia

Artan (Shalsi) Nato a Berat – Albania – nel 1970, dopo una formazione accademica presso la Scuola d’arte “Xhindolli” (1984-88), Artan (Shalsi) nel 1997 vince il primo premio del Concorso annuale “Kodra ‘97” alla Galleria d’arte Edward Lear (Berat Albania), dove, nel 1999, inaugura la sua prima mostra personale.

Dopo un breve soggiorno in Italia e in Germania nel 2000 entra in contatto diretto con la vita artistica e culturale europea e questo segna un cambiamento decisivo nel suo lavoro, fino ad ora molto sperimentale.

Nel 2001 espone alla Galleria Frasherri (Fier, Albania), partecipa all’importante Balcan Workshop nuovamente alla Galleria d’arte Edward Lear ed è vincitore, nella stessa sede, del secondo premio “Lear 02”. Nel 2003 si trasferisce definitivamente in Italia, a Parma, città in cui vive e dove dal 2006 inizia la sua collaborazione artistica con la Galleria d’arte Niccoli, realizzando numerosi progetti. Artan (Shalsi) rilegge le forme della scultura classica con materiali contemporanei, come l’acciaio inossidabile o l’alluminio: nelle Pieghe, che diventano chiave di lettura della forma, ricerca la poeticità del linguaggio scultoreo.

Spinto dalla sua formazione scolastica classica, estrae e trova una connessione tra i canoni estetici della scultura greco-romana prima e di quella rinascimentale poi con l’inevitabile influenza dei grandi movimenti artistici del novecento, giungendo a realizzare un lavoro in cui convivono materializzate l’eleganza classica ed il freddo vigore minimalista contemporaneo.

Dal 2006 in collaborazione con la Galleria d’arte Niccoli espone regolarmente nelle fiere di arte contemporanea di Milano e Bologna e sono già molte le sue opere collocate in questi anni in importanti collezioni italiane ed estere.

FONTE: Ufficio stampa, Susanna Fabiani

In collaborazione con: Galleria d’Arte Niccoli, Parma

 

Galleria Il Ponte

Via di Mezzo, 42/b – Firenze

www.galleriailponte.com

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