Ven. Mar 29th, 2024

Cosa è la musica se non pensiero, idea, ricerca che si esprime attraverso velocità, sintesi, controllo, istinto e forma? Perché un’emozione è un flusso – e quindi movimento e gesto naturale – e Marco di Mauro compone e trasmette il pensiero senza filtri, direttamente sulle tele, come su di un pentagramma. Il risultato sono opere armoniche, quasi musicali, dove il pensiero diviene gesto e movimento e rimane impresso, nell’istante stesso in cui, come energia, è vissuto dall’artista. Così  dipinge di Mauro, solo con l’ausilio delle sue matite, penne ed anche con le mani, è semplici siringhe utilizzate al posto del pennello, affinché il colore possa scorrere fluido, come d’altronde il pensiero creativo.

L’artista, coerente ed essenziale nel suo creare, parte sempre da elementi minimi,  basilari per poi progressivamente scavarli e  affinarli nell’evolvere dell’opera. In principio appaiono solo segni, in un gioco di opposti tra bianco e nero, di vuoti e pieni, attraverso cui di Mauro opera uno svelamento introspettivo di emozioni, tensioni, drammi e sensazioni che danno luogo a “ritratti”:  figure del suo ricordo inconscio, tra sogno ed incubo, in cui l’artista ritrae un’umanità deformata, impegnata in una tensione emotiva che evidenzia un’attenzione tutta particolare all’indagine psicologica. Un universo che si pone al confine tra il poetico e  lo stralunato, al tempo stesso. A questo stadio dello sviluppo della creazione dell’artista è ancora nella fase in cui lascia scorrere il movimento della mano alla ricerca di un ricordo sensibile,  un pensiero al di là e al di sopra del ragionamento, da cui lentamente far affiorare un paesaggio umano con volti e corpi dal tratto fluido, legando l’essenzialità ispirata del gesto alla vibrazione elettrica dei protagonisti e della loro potenzialità evocativa.  In tal modo, le figure dell’artista si definiscono, prendono forma, giunge il colore e la personalità, pur senza abbandonare mai la loro provenienza onirica, quella dimensione del silenzio cui appartengono ed il quadro diventa una narrazione liquida di questo ricordo.

C’è qualcosa di orchestrale nei  dipinti di Marco di Mauro, in quelle figure che spesso appaiono come isolate anche nelle composizioni in cui ogni tratto ha un suo  significato, un nesso collegato con gli altri; il paesaggio umano dell’artista vive di manualismi fluidi che quasi non si sollevano mai dalla tela in una continuità tra pensiero azione ed emozione, il gesto di Marco di Mauro mentre crea ha ritmo, pausa e velocità.

Il gesto di Mauro è ciò che cattura e rapisce, ma ciò che realmente crea l’armonia nei suoi lavori è il segreto rapporto tra pieni e vuoti, tra chiaro e scuro, tra piano bianco e nero del tratto, tra nero e colore, tra dentro e fuori; tutti in permanente dialogo corale tra loro. Come il suo segno continuo, così le opere di Marco di Mauro sono un viaggio incessante tra i suoi sogni e la realtà contemporanea. Così la sua arte può essere altrettanto definita come un viaggio nelle esperienze artistiche del novecento: ci troverete la street-art ed i graffiti, Jean Dubuffet e Wols, Jackson Pollock e Maria Lai fino a Kandinsky. E tuttavia non è possibile confondere Marco di Mauro con nessun altro: la sua arte è libertà pura, tra gesto e colore. Marco O. Avvisati

Critica: a cura Marco O. Avvisati

Curatori performance: Deborah Petroni, Rubens Fogacci

Info e contatti:

Sito: www.wikiarte.com