Gio. Apr 25th, 2024

E’ attraverso la combinazione di luci e ombre che le immagini di Fabrizio Corneli si materializzano sul muro, generate dalla proiezione di raggi luminosi che attraversano corpi tridimensionali alternando la solidità di questi ultimi con l’evanescenza delle figure. Il loro manifestarsi viene meno con la scomparsa della fonte di luce per ripetersi al suo ritorno, in un infinito susseguirsi di prima e dopo.

Fin dai suoi esordi, alla fine degli anni ’70, il lavoro di Corneli si concentra sulle questioni riguardanti la visione per indagare i potenziali mutamenti di un’immagine al progressivo variare dei punti di vista. Introduceva a quel tempo nella sua poetica il concetto di doppio e molteplice, sperimentati sia sotto l’aspetto temporale che spaziale. Ciascuna immagine poteva assumere determinate sembianze in un momento preciso e variarle nel momento successivo al mutare delle condizioni: luminose o spaziali. Poteva in alternativa essere ripetuta più volte nello stesso luogo, mostrando ciascun esemplare in un aspetto differente.

Lo studio sulle forme e l’attenzione alla geometria rivelava già da allora l’attitudine tecnico-scientifica che influenza fino ad oggi il lavoro di questo artista. Il legame tra l’aspetto teorico e quello legato alla conoscenza dei materiali utilizzati e delle loro proprietà fisiche, richiama la figura del pittore e scultore rinascimentale che associava alle discipline artistiche quelle letterarie e scientifiche.

Alle ricerche sviluppate in campo artistico tra il ‘400 e del ‘500 si collegano anche l’interesse dell’artista per il disegno, per la prospettiva e le sue scelte iconografiche dove è spesso riscontrabile, oltre ad un riferimento all’immaginario popolare, un richiamo alla mitologia, all’epica e più in generale all’iconografia classica.

Le capacità tecnico-manuali rendono inimitabile l’opera di questo artista, incentrata sullo studio dell’anamorfosi e sulla manipolazione dell’effetto di chiaro e scuro. I corpi solidi presenti nell’opera, che assumono l’aspetto di vere e proprie sculture, mostrano sembianze astratte, spesso quasi minimali e sono realizzati con materiali vari: alluminio, ottone, rame, vetro ottico o da elementi sottratti ad altri contesti: palloni da laboratorio, uova d’anatra, ecc. La fonte luminosa che ne proietta le ombre sulle pareti può essere la luce solare, frequente soprattutto nelle installazioni all’aperto, oppure quella artificiale, ottenuta attraverso l’uso di led o lampade alogene. Le figure possono apparire in un contesto illuminato o in penombra ma diventano uniche protagoniste in uno spazio buio, con la sola presenza della fonte luminosa che le genera. In questo contesto l’oggetto a cui sono legate assume un’apparenza meno definita con un effetto visivo di grande suggestione. Queste immagini che sembrano trovarsi al confine tra l’esistenza e la non esistenza sembrano i nostri sogni prendere vita quando la nostra coscienza dorme.

Fabrizio Corneli è nato nel 1958 a Firenze, dove vive e lavora. Ha trascorso alcuni anni di studio e lavoro a Colonia. Ha partecipato a mostre ed eventi in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, le sue opere sono ospitate in numerose collezioni di diversi paesi .

 

Galleria Studio G7

Via Val D’Aposa 4A Bologna

www.galleriastudiog7.it

.